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Mutuo INPDAP in caso di morte del mutuatario

Come accedere al mutuo INPDAP

In un economica poco stabile in cui l’equilibrio delle famiglie non è mai semplice, riuscire a quadrare il bilancio a fine mese è una cosa importantissima. Per chi vuole creare una famiglia e comprare quindi una casa o ristrutturare quella che ha già, può essere molto utile ricevere un prestito o un mutuo.

Non sempre è facile perseguire questo obiettivo. Per ricevere un credito sarà necessario fornire una serie di garanzie come per esempio una busta paga. Per chi è iscritto all’INPDAP o come è meglio precisare ex INPDAP, la possibilità di poter effettuare un prestito o un mutuo è molto probabile, grazie all’ente di previdenza nazionale. Quali sono le caratteristiche del mutuo INPDAP? Chi può averne diritto? E soprattutto cosa succede in caso di morte del beneficiario?

Il mutuo INPDAP: Estinzione per morte del mutuatario

L’istituto di Previdenza e Assistenza per i dipendenti pubblici e della pubblica amministrazione nacque con l’intento di fornire una serie di vantaggi ai dipendenti pubblica. Tra questi, oltre al pagamento delle pensioni e degli stipnedi, vi era anche la possibilità di elargire mutui e prestiti garantiti. Nel 2012 le attività dell’INPDAP sono state assorbite dall’INPS, che garantisce a suo volta mutui agevolati e prestiti.

La durata e l’importo di un mutuo INPDAP è collegato a una serie di fattori che riguardano lo stipendio ed eventuali garanzie aggiuntive. In ogni caso non potrà superare la cifra di trecentomila euro. L’unico elemento che è sempre costante è quello dell’iscrizione all’ente di previdenza nazionale e quindi alla ricezione dello statino paga, oppure della pensione.

Solo i dipendenti INPS, ex INPDAP possono quindi accedere a questa tipologia di mutuo. Come elemento necessario per la sottoscrizione del mutuo, ci si domanda inevitabilmente cosa può accadere nel caso in cui un evento grave come la morte del mutuatario porti a far venire meno questa condizione.

La procedura di estinzione in caso di morte

Nel caso di un mutuo, in generale, al momento della sottoscrizione potrà essere richiesta dal mutuatario, ovvero la banca o istituto finanziario, la firma di un’assicurazione che si aggiunge al costo dell’istrutturia. Non sempre questa è obbligatoria, ma ha il vantaggio di fornire una garanzia in più al mutuante.

Infatti grazie all’assicurazione, in caso in cui vi sia la morte del mutuatario, sarà l’ente assicurativo ad intervenire e adempiere al saldo di quanto dovuto al mutuante. Il problema sussiste quando questa non è presente, facendo sorgere una serie di condizioni che dovranno affrontare gli eredi del defunto.

Nel caso dei mutui ex INPDAP, è presente una forma di assicurazione molto simile. Ma mentre per quanto concerne i normali enti bancari, questa non è facoltativa ma obbligatoria. Al momento della richiesta di un mutuo, effettuata da un dipendete INPDAP, verrà richiesta anche l’iscrizione al Fondo Rischi dell’INPS e quindi ex INPDAP.

Il fondo ha il fine di fornire una copertura al dipendente statale o al pensionato in caso di morte sopravvenuta. La sottoscrizione al Fondo non è facoltativa, ma obbligatoria. Quindi nel caso in cui un soggetto decida di effettuare il mutuo sfruttando la propria posizione INPDAP, sarà previsto nelle spese d’istruttoria anche il Fondo rischi.

Che cosa succede dunque in caso di morte del mutuatario? In questo caso estremo, in cui il soggetto non potrà più adempiere al pagamento delle rate, perché è sopraggiunta la morte, non dovranno essere gli eredi dello stesso ad adempiere al saldo del debito. La restante somma che deve essere restituita al mutuate, verrà colmata dall’ente previdenziale che ha concesso il mutuo ovvero l’ex INPDAP, INPS. Questo vale per quelli che sono i mutui e i finanziamenti rilasciati in linea diretta. Con tale termine si considera i prestiti che sono stati elargiti direttamente dall’ente.

Cosa succede in caso di Mutuo INPDAP garantito?

Bisogna considerare anche il caso in cui si è effettuato un mutuo attraverso un istituto bancario che è convenzionato con l’INPDAP e quindi ha concesso il prestito grazie alle garanzie fornite dallo stesse e alle convenzioni sottoscritte negli anni, che prevedono un tasso agevolato. Infatti si parla di cessione del quinto dello stipendio o della cessione della pensione.

In questo caso si ha un soggetto mutuante differente dall’ente nazionale, rappresentato da una banca o da un istituto finanziario. Il prestito è garantito dal fatto che viene direttamente acquisito dallo stipendio o pensione del richiedente. Bisogna anche precisare che al momento della richiesta, sarà direttamente l’INPDAP ad interagire con la banca di riferimento, fornendo la documentazione necessaria al fine della sottoscrizione del mutuo.

Anche in questo caso la condizione fondamentale al fine della concessione del prestito è l’appartenenza all’ente di previdenza Nazionale. Quindi nel momento in cui per morte viene meno l’elemento base del contratto di mutuo, sorge il problema della sua eventuale estinzione. Se tale consizione si verifica, sorge in aiuto l’assicurazione stipulata dall’INPDAP attraverso il Fondo rischi.

Come nel caso dei mutui diretti anche in questo caso il debito verrà estinto dall’ex INPDAP. Gli eredi del defunto non saranno responsabili della somma rimasta in essere al momento della morte del mutuatario. Il mutuante, ovvero la banca o la finanziaria convenzionata, riceverà l’importo utile al fine di coprire il debito direttamente dall’ex INPDAP, INPS grazie all’intervento del Fondo rischi.